martedì 28 aprile 2009

I caseddhi del Salento

Lungo le serre dell'Unione dei Comuni di Alliste, Melissano, Racale, Taviano ci si può immergere in un mare di natura, dai boschi di vera macchia mediterranea alle distese di alberri secolari d'ulivo che fanno da cornice al reale patrimonio rurale presente sul territorio, costituito da un paesaggio fatto tutto di pietra, con muretti a secco, caseddhi, dolmen, menhir e specchie. I caseddhi conosciuti anche come Pajare e Furnieddhi, sono tipiche costruzioni a secco, utilizzate come ricovero e riparo del contadino dagli agenti atmosferici, e non come vera e propria abitazione perchè il contadino vi trascorreva solo l'estate per facilitarsi nell'esecuzione di determinati lavori, quindi queste strutture sono strettamente connesse all'uso agricolo. è di forma troncopiramidale e troncoconica, composta da pietre ricavate dallo spietramento della terra per renderla coltivabile. la costruzione di queste architetture rurali, si basa sul principio di incastro e sovrapposizione ad anelli concentrici, chiusi da una lastra di pietra più grossa che funge da chiave di volta. Con questo gioco di giri concentrici e d'incastro, la muratura può arrivare a raggiungere anche i due metri di spessore, per cui d'estate all'interno sono molto freschi. Lungo tutto il territorio delle serre ne sono stati censiti più di 400, in realtà essi sono disseminati nell'intero territorio del Salento e affascinano i numerosi turisti che a centinaia, soprattutto d'estate, raggiungono le coste di questa splendida terra e le sue località più note come Gallipoli, la perla dello Ionio.

A cura di Marzia Lezzi

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